Giocare è una cosa seria

Giocare è una cosa seria
5 settembre 2017

Giocare è una cosa seria

mamma e figlia giocano

Giocare è una cosa seria...

aiutiamoli (i bambini) a crescere liberi da stereotipi,

aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi...

INIZIAMO DAL GIOCO

Ho scelto questa frase di un grande artista e designer italiano, Bruno Munari, perché ogni volta che mi trovo di fronte ad un bambino mi meraviglio sempre di come il gioco mostri il bambino stesso, la sua personalità, i suoi gusti, il suo carattere e la sua immensa sete di conoscere e di scoprire.

Il gioco è parte integrante dello sviluppo dell’essere umano. Fin dai primissimi mesi i bambini giocano con la mamma e il papà, o sarebbe meglio dire attraverso la mamma e il papà, i quali muovono oggetti, sorridono, parlano per loro, che non sono ancora in grado di muoversi autonomamente. Nei mesi successivi, attraverso la manipolazione il bambino acquisisce maggiore padronanza di sé ed è lui a scegliere un particolare oggetto per metterlo al centro della sua attenzione e scoprire cosa può farne; continua a cercare l'interazione, ma questa volta è centrale la propria capacità di produrre effetti sulla realtà circostante; pensiamo a quante volte fa cadere un oggetto e si aspetta che lo raccogliamo per poi gettarlo nuovamente. Infine la conquista dell'autonomia nei movimenti spalanca le porte a una serie infinita di attività ludiche; questo nuovo universo tutto da scoprire, fatto di meraviglia, di concentrazione, di gioia, di novità comprende sia l’adulto che si prende cura del bambino sia i pari che diventano compagni di gioco e interlocutori privilegiati. Il ruolo di genitori o di educatori dovrebbe portare con sé un quesito, cioè come porsi accanto ai bambini durante il gioco, trattandosi di un aspetto vitale per la loro crescita? Quello che mi sento di suggerire è di divertirsi insieme, questo rende il tempo trascorso con i bambini un tempo di qualità che rafforza la relazione. Giocare con il bambino equivale a lasciarsi andare alla spontaneità e imprevedibilità del gioco, lasciarsi coinvolgere e sorprendere da ciò che di volta in volta accade, condividere la gioia del bambino e ridere con lui, essere presenti in quel contesto con tutto se stessi, lasciando ogni altra cosa fuori da questo spazio privilegiato, almeno per un po'. Vorrei offrire tre suggerimenti pratici, frutto della mia esperienza con i bambini, sul modo in cui da adulti partecipiamo al gioco.
  1. Per prima cosa è indispensabile prendersi del tempo per l'osservazione, guardare come si muove il bambino, come agisce e dove indirizza il suo interesse senza interferire in questo suo processo di scelta; a volte questo momento può essere molto rapido soprattutto se il bambino è interessato a giochi di movimento e di esplorazione.
  2. In secondo luogo lasciare a lui il primato e la guida di ciò che accade, poiché è il bambino il protagonista ed è con lui che entriamo in relazione nel gioco, le regole che dirigono l’attività ludica sono le sue.
  3. Infine consentire che si sperimenti la noia, in quanto è in essa che si mettono in moto la creatività e la fantasia ed è possibile inventare un mondo tutto nuovo e da scoprire, pieno di avventure.
Non mi resta che augurarvi buon divertimento!  
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