Lo sviluppo del linguaggio nei bambini è un processo molto soggettivo. Ogni bambino, infatti, evolve il linguaggio secondo i propri tempi, che variano in base alle capacità. Tuttavia, gli esperti individuano alcune tappe principali, che scandiscono la corretta maturazione delle abilità espressive e comunicative.
0-12 mesi
Nel corso delle prime settimane di vita, il neonato è in grado di discriminare i suoni di tutte le lingue del mondo. La modalità di comunicazione prediletta è il pianto e i cosiddetti suoni vegetativi, cioè quelli associati alle funzioni primarie (mangiare, bere, bisogni fisiologici).
A partire dai 6 mesi, perde la capacità per le lingue che differiscono dalla propria, imparando a riconoscere solo i suoni della propria lingua madre. II neonato ha una preferenza per
la voce e il volto materno.
2-5 mesi
Il bambino inizia a produrre le vocalizzazioni e una varietà di suoni simili a cinguettii, schiocchi, gorgheggi, pernacchie. In questo periodo si sviluppa un’abilità molto importante ai fini dello sviluppo comunicativo e linguistico: la fissazione dello sguardo. Il bambino inizia a seguire lo sguardo dell’adulto e a condividere gli stati affettivi. Inizia una fase di interazione con l’adulto, con scambi comunicativi che possiamo definire sociali.
6-9 mesi
Le vocalizzazioni cominciano ad assomigliare alla lingua a cui il bambino è esposto. Inizia la fase del
babbling o
lallazione canonica, in cui il piccolo inizia a balbettare una serie di sillabe ripetute (da-da, ma-ma, pa-pa, ecc.). Queste sillabe non hanno ancora un significato, ma si tratta di un importante indicatore per lo sviluppo linguistico successivo.
9 mesi circa
La lallazione a questo punto diventa
variata, ovvero le combinazioni tra le sillabe sono più articolate fino a formare parole, producendo un primo mini-vocabolario. Il bambino è in grado di
comprendere singole parole e gli stimoli provenienti dall’ambiente sono fondamentali per favorire l’aumento e la varietà delle sillabe prodotte. Si è osservato che i bambini che presentano una lallazione più ricca di suoni, sviluppano un lessico più ampio.
9-12 mesi
I bambini iniziano ad indicare in modo intenzionale per mostrare o richiedere l’attenzione su oggetti o eventi esterni. Emergono quindi i primi morfemi (unità sillabiche dotate di significato): si comprende che c’è una relazione tra ciò che desidera e le sue espressioni vocali. Compaiono anche le prime routine gestuali (gesti sociali come Fare ciao o mandare un bacio con la mano), avendo appreso gli effetti che i suoi comportamenti producono sulle persone.
12-18 mesi
È nel primo anno di vita che compaiono anche le
prime parole (da 0 a 10 parole) e i bambini iniziano ad articolare principalmente i suoni nasali (m,n) e occlusivi (p,b, t, d, g e c dure). Riescono a comprendere che c’è una relazione tra ciò che desidera e le sue espressioni vocali, cominciando quindi ad accompagnare le sue prime parole con dei gesti. Sono gesti che rappresentano simbolicamente persone, oggetti familiari e attività rituali (
Gesto della nanna,
del bere).
L’adulto, prima considerato solo un mezzo per ottenere ciò che desidera, inizia ad essere visto come un interlocutore. Il bambino inizia a
comprendere brevi frasi, più di quante ne sappia dire ed è in grado di eseguire richieste semplici.
18 - 24 mesi
A partire dai 18 mesi è possibile notare un notevole ampliamento del vocabolario, fino a circa
50 parole, compaiono gli aggettivi, i verbi diventano più numerosi. Il bambino capisce appieno che
ad ogni parola corrisponde un oggetto (c.d. principio della
referenzialità); produce delle
parole-frase, cioè parole singole, e spesso senza verbo, con cui vuole indicare il significato di un’intera frase (per esempio
mamma pappa). a 24 mesi si raggiungono circa 150/200 parole.
L’aumento del lessico permette a sua volta lo
sviluppo della morfosintassi, cioè la capacità del bambino di combinare due parole per formare frasi.
2 – 3 anni
Le frasi diventano progressivamente più complesse e complete dal punto di vista morfologico. Entro i 36 mesi devono essere state prodotte le prime parole, anche dai bimbi più “lenti”. Il vocabolario oltre ad ampliarsi, diventa progressivamente più vario: iniziano a comparire enunciati nucleari semplici ed esempi di concordanza tra nomi, aggettivi e verbi.
3 – 4 anni
A questo punto, il linguaggio del bambino diventa simile a quello dell’adulto, una volta apprese le strutture di base delle frasi nella sua lingua. Dal punto di vista morfosintattico, le frasi si ampliano e diventano sempre più complete, con articoli, preposizioni, pronomi, ecc.
In relazione alla componente fonetica e articolatoria, il bambino acquisisce progressivamente tutti i suoni della lingua italiana, arrivando a completare l’intero inventario fonemico entro i 6 anni. Ovviamente continuerà in età scolare ad arricchire il suo vocabolario, a maturare le sue competenze linguistiche.