Bambini gelosi: che fare?

Bambini-Gelosia
26 settembre 2019

Bambini gelosi: che fare?

Bambini-Gelosia La nostra domanda di partenza è: che cos'è la gelosia? Ci troviamo di fronte ad una emozione, visto che insorge improvvisamente, ha un picco e poi passa; però possiamo considerarla anche come un sentimento, perché in alcuni casi dura a lungo, diventa stabile, modifica il comportamento e può diventare molto intensa. Verso cosa si rivolge la gelosia? Verso oggetti materiali, nel caso dei bambini verso i giochi e le proprie cose o gli oggetti degli altri, oppure si rivolge ad una persona di cui si teme di perdere l'affetto, i genitori o gli adulti di riferimento. In ogni caso la gelosia riguarda ciò che si ha e che si ha paura di perdere. A che età si manifesta la gelosia? Intorno ai 6 mesi il bambino inizia a capire che al mondo ci sono altre persone oltre a lui e alla mamma, che l’attenzione dei genitori può essere orientata anche altrove; solo gradualmente impara che la presenza degli altri non compromette l’amore per lui. Verso i 16/18 mesi il bambino sembra essere meno vulnerabile alla presenza di altri soggetti, compresi fratelli e sorelle; dai 2-4 anni siamo nel periodo in cui il bambino si percepisce come persona autonoma, ma non possiede tutti gli strumenti per padroneggiare questa novità, perciò ha ancora bisogno di sentirsi piccolo e protetto. I sentimenti e le emozioni sono vissuti in modo intenso senza riuscire a controllarli; dopo i 5 anni cambiano gli interessi del bambino, compaiono nuove competenze e può affrontare diversamente la gelosia, soprattutto nei confronti di bambini più piccoli; è possibile che preferisca ancora non condividere le sue cose con gli altri. Intorno ai 10-12 anni, pur sperimentando la gelosia, possiede ormai quelle capacità che gli permettono di fronteggiarla in modo meno esplosivo, più mascherato e più maturo. Le manifestazioni di questo sentimento sono molto personali, sono diverse da bambino a bambino e sono collegate al carattere e all'età; alcune volte diventano inspiegabili e complesse. Ci possono essere, per esempio, attacchi di rabbia, capricci, aggressioni rivolte a cose o persone, oppure tristezza, regressione, ansia e somatizzazioni, possono insorgere delle nuove paure o verificarsi cambiamenti improvvisi nel carattere. Da genitori come possiamo affrontare la gelosia dei bambini? Anzitutto il bambino geloso ha bisogno di sentirsi amato, di sapere che l'amore dei suoi genitori non è in discussione, che il suo valore e il suo posto nella famiglia sono saldi. È molto utile mostrarsi comprensivi e dare modo al bambino vivere e soprattutto di manifestare l'emozione.
  • Lasciare sfogare il bambino. Egli deve sentire che può lasciare uscire tutta la rabbia che prova per liberarsene, facendo sempre attenzione che non si faccia male.
  • Aiutare il bambino a calmarsi. Parlare in maniera calma e comprendere il motivo della crisi, dedicare tutto il tempo e l'attenzione per far sentire il piccolo al centro dell'attenzione, abbracciarlo.
  • Fare domande per capire come affrontare la situazione. È utile dedicare del tempo per farlo esprimere in modo libero, ad esempio con un disegno, con un racconto, con calma e avendo molta pazienza.
Il bambino ha bisogno di tempo e di attenzione, di sentire che gli permettiamo di avere anche comportamenti tipici di quando era più piccolo, vuole essere sicuro di essere importante. Affrontare questi sfoghi può risultare difficile e l'impulso che proviamo è quello di sgridarlo e punirlo, ma cedere offrirà solo una conferma al timore del bambino di non valere più l'amore dei genitori; bisogna munirsi di tanta pazienza, comprensione e attenzioni verso di lui.

La nostra domanda di partenza è: che cos'è la gelosia? 

Ci troviamo di fronte ad una emozione, visto che insorge improvvisamente, ha un picco e poi passa; però possiamo considerarla anche come un sentimento, perché in alcuni casi dura a lungo, diventa stabile, modifica il comportamento e può diventare molto intensa. 

Verso cosa si rivolge la gelosia? Verso oggetti materiali, nel caso dei bambini verso i giochi e le proprie cose o gli oggetti degli altri, oppure si rivolge ad una persona di cui si teme di perdere l'affetto, i genitori o gli adulti di riferimento. In ogni caso la gelosia riguarda ciò che si ha e che si ha paura di perdere. 

A che età si manifesta la gelosia? 

Intorno ai 6 mesi il bambino inizia a capire che al mondo ci sono altre persone oltre a lui e alla mamma, che l’attenzione dei genitori può essere orientata anche altrove; solo gradualmente impara che la presenza degli altri non compromette l’amore per lui. Verso i 16/18 mesi il bambino sembra essere meno vulnerabile alla presenza di altri soggetti, compresi fratelli e sorelle; dai 2-4 anni siamo nel periodo in cui il bambino si percepisce come persona autonoma, ma non possiede tutti gli strumenti per padroneggiare questa novità, perciò ha ancora bisogno di sentirsi piccolo e protetto. I sentimenti e le emozioni sono vissuti in modo intenso senza riuscire a controllarli; dopo i 5 anni cambiano gli interessi del bambino, compaiono nuove competenze e può affrontare diversamente la gelosia, soprattutto nei confronti di bambini più piccoli; è possibile che preferisca ancora non condividere le sue cose con gli altri. Intorno ai 10-12 anni, pur sperimentando la gelosia, possiede ormai quelle capacità che gli permettono di fronteggiarla in modo meno esplosivo, più mascherato e più maturo.

Le manifestazioni di questo sentimento sono molto personali, sono diverse da bambino a bambino e sono collegate al carattere e all'età; alcune volte diventano inspiegabili e complesse. Ci possono essere, per esempio, attacchi di rabbia, capricci, aggressioni rivolte a cose o persone, oppure tristezza, regressione, ansia e somatizzazioni, possono insorgere delle nuove paure o verificarsi cambiamenti improvvisi nel carattere. 

Da genitori come possiamo affrontare la gelosia dei bambini?

Anzitutto il bambino geloso ha bisogno di sentirsi amato, di sapere che l'amore dei suoi genitori non è in discussione, che il suo valore e il suo posto nella famiglia sono saldi. È molto utile mostrarsi comprensivi e dare modo al bambino vivere e soprattutto di manifestare l'emozione.

  • Lasciare sfogare il bambino. Egli deve sentire che può lasciare uscire tutta la rabbia che prova per liberarsene, facendo sempre attenzione che non si faccia male.
    Aiutare il bambino a calmarsi.
  • Parlare in maniera calma e comprendere il motivo della crisi, dedicare tutto il tempo e l'attenzione per far sentire il piccolo al centro dell'attenzione, abbracciarlo.
  • Fare domande per capire come affrontare la situazione. È utile dedicare del tempo per farlo esprimere in modo libero, ad esempio con un disegno, con un racconto, con calma e avendo molta pazienza.

Il bambino ha bisogno di tempo e di attenzione, di sentire che gli permettiamo di avere anche comportamenti tipici di quando era più piccolo, vuole essere sicuro di essere importante. Affrontare questi sfoghi può risultare difficile e l'impulso che proviamo è quello di sgridarlo e punirlo, ma cedere offrirà solo una conferma al timore del bambino di non valere più l'amore dei genitori; bisogna munirsi di tanta pazienza, comprensione e attenzioni verso di lui.

Approfondimenti: Capricci a tavola, Come gestire i capricci, L'arte di amare: quattro elementi fondamentali

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