21 dicembre 2017
Non poteva capitare Niyama migliore da approfondire poco prima di Natale:
Santosha, l’accontentarsi.
Santosha fa riferimento alla nostra capacità di godere sinceramente di ciò che siamo e abbiamo, senza bramare a null’altro. Impresa decisamente ardua in questa società dove siamo costantemente bombardati da stimoli per consumare, fare esperienze, estraniarci in ogni modo dal momento presente e dalla nostra vera essenza, silenziosa e pacifica. E se facciamo fatica a rendercene conto noi adulti (genitore e non), figuriamoci cosa possiamo trasmettere ai nostri piccoli!
No, non scriverò dell’inutilità nel colmare la nostra esistenza con oggetti, esperienze e consumi vari. Non tratterò del danno che facciamo ai nostri figli riempiendoli di giochi, vestiti, intrattenimenti elettronici di diverso genere. Preferisco approfondire l’aspetto più profondo e spirituale di Santosha.
Ci accorgiamo di dove si sta dirigendo la nostra mente in questo momento?
Siamo consapevoli dei pensieri che stiamo facendo in questo istante? Riusciamo a percepire il nostro respiro, a seguire con presenza ed attenzione ogni inspirazione ed ogni espirazione? Acquietiamo la mente, chiudiamo gli occhi, allunghiamo il respiro.
Non esiste altro se non questo unico, preziosissimo momento che mai più tornerà. Godiamocelo appieno con grande presenza mentale. Questo è Santosha, prima di tutto.
Piuttosto che vivere la meraviglia del momento presente,
passiamo la nostra esistenza aspettando il venerdì, il prossimo ponte e le imminenti vacanze. La magia di Santosha ci invita invece a
vivere ora, cercando la gioia nella nostra calma centralità, aprendo i nostri cuori con gratitudine per ciò che siamo e possediamo.
Mentre ci prepariamo alla prossima cosa da vivere, ci perdiamo a giudicare il nostro vicino e le circostanze esterne. Sprechiamo così la preziosa opportunità di essere davvero felici e appagati.
Finché siamo convinti che la felicità risieda esternamente da noi, non saremo mai contenti e soddisfatti.
E poi siamo alla mercé delle nostre emozioni. La mente produce in continuazione pensieri ed emozioni di ogni tipo. Ora siamo felici perché pensiamo a qualcosa di piacevole e poi l’attimo successivo ci ritroviamo di malumore perché un’altra immagine si è formata nella nostra immaginazione. Siamo davvero in balia di noi stessi, senza rendercene conto. Lasciamo che sia, respiriamo e sorridiamo. Diventiamo attenti, presenti, consapevoli. Impariamo a fidarci, ad affidarci alla meraviglia della vita.
Impariamo a vivere come fanno i nostri piccoli grandi guru - i nostri figli: totalmente catturati dal momento presente, non si preoccupano di ciò che avverrà. Semplicemente sanno che accadrà. Senza alcun dubbio.
Buone feste di gioia, spensieratezza, sorrisi e crescita spirituale. Om Shanti!
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Santosha, l’accontentarsi, è il nostro settimo appuntamento sull’approfondimento dei
principi etici dello Yoga (Yama e Niyama) per mamme e papà, ovvero le mie riflessioni sui comportamenti – basati in particolare sui primi due rami dello
Yoga di Patanjali - che i genitori (ma non solo!) dovrebbero assumere nella società di oggi per vivere in modo presente ed attento e soprattutto crescere bambini felici e consapevoli.
Qui le mie riflessioni ed idee su
Ahimsa, la non-violenza
Satya, la verità
Asteya, il non rubare
Brahmacharya, il non eccedere
Aparigraha, il non possedere
Saucha, la purezza
Buona lettura!